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Digitale terrestre: Sky contro Mediaset, guerra annunciata

di Gianni Rusconi

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21 OTTOBRE 2009

Qualche settimana fa, i portavoce di Sky Italia confermavano che sul fronte del digitale terrestre la società di Rupert Murdoch non avrebbe, temporaneamente, mosso un dito. Le ipotesi di un accordo con Rete A, emittente analogica di Carlo De Benedetti con in tasca due concessioni per due multiplex di proprietà, finalizzate all'entrata nell'arena delle pay tv terrestre tali erano rimaste. Con buona pace di Mediaset, sempre più agguerrita con la sua offerta Premium, e della Rai, che con Sky aveva rotto i ponti a fine luglio rifiutando l'offerta inerente i diritti di trasmissione dei canali RaiSat sul satellite. La neonata piattaforma TivùSat, voluta dalle due aziende con il beneplacito di Telecom Italia (proprietaria di La 7), poteva quindi dormire sonni tranquilli e "prosperare" in tutte quelle aree d'Italia non raggiunte dal segnale del digitale terrestre. Per gli abbonati Rai intenzionati a vedere i canali in chiaro anche dopo lo swtich off la scelta diventava obbligata: attrezzarsi con apposito decoder per ricevere i canali trasmessi via satellite da TivùSat oppure accontentarsi dell'offerta a pagamento di Sky o quella "free to air" satellitare, accessibile anche in questo caso con un ricevitore ad hoc.

La Rai spettatore neutrale?
Con l'annuncio della "Digital Key" che permetterà a chi possiede un decoder Sky di nuova generazione (Hd o My Sky Hd) di vedere i canali gratuiti del digitale terrestre non più visibili sul satellite (canali Rai compresi), la compagnia di Murdoch ha rotto la "tregua" e rilanciato la sfida. All'emittente pubblica e soprattutto alla grande rivale Mediaset. Dalla società di Cologno Monzese, come documentato sul Sole24ore.com, hanno ridimensionato l'offensiva con un eloquente "molto rumore per nulla". I decoder interessati dall'iniziativa, questa la critica mossa da Mediaset, sono una minoranza ("solo 300mila su circa 4,5 milioni, a detta di Gina Nieri, consigliere di amministrazione della società), e per vedere i canali in chiaro del digitale terrestre è sufficiente dotarsi di un televisore con decoder integrato (da aprile tutti i modelli in vendita devono averlo per legge). In effetti là dove non c'è copertura del segnale terrestre la "chiavetta" di Sky non risolve il problema dell'oscuramento dei canali gratuiti a switch off completato ma le intenzioni di Murdoch sembrano altre, e cioè quelle di fidelizzare milioni di italiani suoi clienti offrendo loro, a costi assai modici o addirittura a costo zero, una soluzione per poter accedere a un palinsesto di canali "free" generalisti e tematici a pagamento con un unico decoder (quello satellitare di Sky) e un unico telecomando. Mettiamoci il fatto che entrambi i broadcaster, con Sky in vantaggio, stanno scommettendo in modo deciso sull'alta definizione ed ecco che il quadro d'insieme di una battaglia digitale che si annuncia molto calda è completo o quasi. In casa Rai, intanto, l'annuncio è stato recepito senza scossoni sebbene le polemiche sul "niet" all'offerta di Sky per il rinnovo del contratto per i canali in chiaro siano tornate a farsi sentire. Perché rifiutare 55 milioni di euro l'anno e lasciare, senza incassare nulla, a Murdoch la possibilità di trasmettere tramite i suoi decoder anche i canali in chiaro? Perché, dicono i dirigenti di Viale Mazzini, la più ampia diffusione possibile del digitale terrestre gratuito aumenterà gli ascolti dei canali Rai sul digitale terrestre e di pari passo le opportunità di gettito pubblicitario.

Arriva la Web Tv del Biscione?
Da qui al 2012, quando l'Italia sarà "all digital" perché migrata completamente al digitale terrestre – i problemi di ricezione, nelle regioni interessate in questi giorni dallo switch off, comunque non mancano – è lecito pensare che Sky e Mediaset non lasceranno nulla di intentato per accaparrarsi la fetta più significativa degli utenti pay. Alle promozioni (legate anche all'acquisto a rate di televisori Full Hd) e alle novità tecnologiche della prima, la seconda è pronta a rispondere da subito con un grande progetto, che si chiamerebbe Cube, in chiave Web. Nei piani di Mediaset ci sarebbe infatti l'intenzione di lanciare entro fine anno un'offerta televisiva on demand accessibile via computer cui seguirebbe, nel 2010, una pari proposta di Web Tv rivolta agli utenti dei pacchetti Premium e una (battezzata "Over the top tv") indirizzata a chi desidera un'alternativa alle attuali proposte di Tv di via Internet. La doppia offensiva verterebbe in pratica sulla disponibilità di canali free e pay attraverso cui rivedere, dal pc o dalla Tv, programmi già trasmessi in chiaro o sul digitale terrestre Mediaset a pagamento. Con un preciso approccio verso il consumatore finale e un preciso modello di business: massima libertà di scelta dei contenuti preferiti (film, serie tv, cartoni animati, documentari) – così come già succede di fatto con le Iptv di Telecom Italia e FastWeb – e ricavi da sviluppare con la vendita dei singoli programmi e con la pubblicità. Mediaset sbarcherebbe quindi su Internet in grande stile, senza il supporto di una carrier telco e strizzando l'occhio alla concreta possibilità di portare questa offerta anche sui cellulari in modo ancora più personalizzabile per l'utente. Con lo scontato obiettivo di rafforzare la propria offerta televisiva Premium sul digitale terrestre. La guerra a Sky passerebbe quindi dalla Rete, il luogo ideale stando alle intenzioni di Mediaset, a trasmettere i canali della Pay Tv. Sulla carta, questa possibile evoluzione della sfida è sicuramente "affascinante" sebbene presenti l'incognita di una capacità di banda sufficiente a supportare un traffico dati molto sostenuto e la necessità (per Mediaset) di far digerire al pubblico un nuovo decoder da collegare al televisore.

21 OTTOBRE 2009
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